Davide arriva sempre tardi, o prima rispetto al tempo di domani. Solo non bisogna aspettarlo all’ora che si credeva. Se non lo si vuole trattare dal divo autentico che è, occorre trovarsi qualche diversivo nel frattempo e prevedere lo scarto temporale impegnandosi in altre faccende. Ma lo scarto temporale e spaziale è la sua forza e la sua magia. Quando arriva a grandi passi, parla, cammina, fuma. C’è sempre un profumo di Domani con lui, un anelito di cose da fare, un progetto da pensare, un’idea dentro un’idea. Travolgente e faticoso al tempo stesso. C’è poi un momento in cui mi si arrende, si fida di me e si lascia andare. Per questo i “nostri” ritratti, belli o brutti che siano, hanno sempre la forza originaria dell’essere se stessi.