Coraggio

Ancora qui a parlare di coraggio. Perché purtroppo non è una pistolettata. Non è sufficiente spararlo fuori una volta con gran clamore, sventolando il mantello. Il coraggio è un affare quotidiano, che ha a che fare più con una maratona che con lo scatto di un velocista. Ogni giorno va cercato in fondo ad un cassetto e tirato fuori. E poi va mostrato. E sì, perché il coraggio non è solo un affare intimo che ci teniamo dentro, ad un certo punto va esibito. Gli altri se ne devono accorgere, le cose si devono modificare, gli eventi devono cambiare il loro corso. Il coraggio tenuto dentro si spegne come una piantina che non prende sole. In certi periodi possiamo anche lasciarlo li nascosto, ma quando vogliamo saltare ecco che ci serve. Quando non sappiamo come va a finire, quando si tratta di vivere o morire, quando vogliamo cambiare ufficio, cambiare pelle, cambiare amore.

Sì sì, tutti vogliono cambiare ma poi cambiare è una fatica immensa e fa paura. Senza la paura però il coraggio è solo una teoria e le teorie non cambiano la vita se non diventano realtà. Una piccola azione coraggiosa può cambiare la storia per come è stata scritta finora. Come quella donna di colore che nel 1955, di ritorno da una giornata di lavoro, ha deciso che era troppo stanca per alzarsi dal suo posto sul pulman e far sedere un uomo bianco. Un piccolo gesto del quale non si potevano prevedere le conseguenze, una piccola azione di stanco quotidiano coraggio che ha cambiato la storia. E non solo la sua.

Penso a questo nel chiuso della mia stanza bollente, mentre una dopo l'altra scorrono immagini da ritoccare sul mio Mac. Penso che sto facendo una maratona (sarà per questo che sudo tanto) e per arrivare devo solo avere il coraggio semplice di fare il prossimo passo.

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