Basta chef. Parliamo di cuochi.
Che sta faccenda della cucina sia una grande distorsione del reale non devo venire io a spiegarlo qui, ce ne siamo accorti tutti. Accendendo la televisione o andando in edicola non si parla che di cibo, ricette, prodotti e, sopratutto, chef. Oh che belli gli chef, prevalentemente maschi, potenti detentori dei misteri del gusto, con le loro giacche bianche che sembrano ammiragli. Lo sguardo severo che scruta l'orizzonte o forse controlla il timer del forno, chi lo sa. A me piacciono gli chef, ne ho anche sposato uno per testimoniarlo, ma proprio grazie a questo matrimonio, ho potuto sperimentare una vicinanza mai provata prima con le persone che lavorano dietro. La nostra casa è a 30 metri dal ristorante, e la sera dal balcone vedo la luce accesa della cucina con i ragazzi che vanno avanti ed indietro come marionette di un mio personale Carosello. Silenziose, serie, appassionate. Le teste chine sul loro lavoro, intente a fare -quella cosa li che stan facendo- e a farla bene. Con tutta la dignità e la gloria del fare bene. Nella cucina di Eleven Madison a New York campeggia un enorme cartello: MAKE IT NICE. "Fallo bene", semplicemente, fai quello che devi fare, bene.
Allora ogni tanto vale la pena di spostare lo sguardo dal palco o dal podio e guardare dietro, a quei ragazzi che lavorano duro come raramente ho visto lavorare e che hanno la passione e l'orgoglio di "fare bene". Dietro a grandi risultati c'è sempre una squadra che lavora bene, seriamente e con una passione così grande che non si sa da dove gli venga. Se fossi una studentessa di Psicologia farei una tesi sulla struttura psicologica di chi lavora in cucina. Perché sono tutti personaggi bizzarri. Con una grande capacità di dedizione e alti livelli di resilienza. Non c'è stipendio che giustifichi quanto danno. Questo che segue è un piccolo omaggio ad alcuni di questi personaggi, per dar loro un volto ed un nome a chiare lettere.
Federico Ciani, 28 anni, una compagna ed un bambino piccolo. Da 3 anni lavora come Chef pâtissier al San Quintino Resort, torna a casa a Ivrea un giorno alla settimana, il lunedì che passa con suo figlio ed il martedì pomeriggio è di nuovo al lavoro per il servizio della cena. Lavora in media 12 ore al giorno, senza eccezioni. Ha Frequentato la Facoltà di Matematica, ha vissuto e suonato a Londra per diversi anni. Il suo croissant salato non ha paragoni.
Alessandro Gibo Giraudo, 35 anni, due lauree. Di giorno fa il ricercatore universitario e di sera il Sous-chef. Lavora 7 giorni su 7. Tutte le paste ripiene sono opera sua ed è in grado di seguire in modo magistrale 3 partite contemporaneamente. Bestemmiatore creativo è un raro caso di nerd da cucina dai mille talenti.
Per piacere, basta chef, avanti la brigata!